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5xmille alla Cultura 2024 | Nomi, numeri e luoghi. Analisi degli enti ammessi

Immagine del redattore: Elisabetta FavaronElisabetta Favaron

Aggiornamento: 6 mag 2024


Lo scorso 30 aprile il Ministero della Cultura ha reso noto l’elenco dei soggetti ammessi ed esclusi al riparto del 5xmille alla Cultura per l’anno finanziario 2024, tema che avevo anticipato in un contributo su questo blog a febbraio.

 

Dopo qualche anno e alla luce dei cambiamenti che il settore culturale sta affrontando dopo l’emergenza pandemica, ho deciso di riprendere l’indagine sul numero e sulla dislocazione geografica degli enti che potranno ricevere il 5xmille nella categoria “Finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici …”. Di primo acchito una analisi di questo tipo può sembrare più che altro una dimostrazione di virtuosismo, ma in realtà il monitoraggio e la valutazione di questi dati aggiornati, se confrontati con quelli degli anni passati (ne ho già affrontato e scritto nel 2018 e nel 2021), dice molto sullo stato dell’arte e in particolare sul momento di transizione che le organizzazioni nonprofit stanno attraversando con l’iscrizione o meno al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS).


Innanzitutto, complessivamente risultano ammessi 140 enti, di cui 114 già nell’elenco permanente aggiornato a marzo 2024 e 26 enti ammessi per la prima volta quest’anno. A questi si sommano i 59 Istituti MIC ammessi, per un totale di 199 enti.

Per la prima volta troviamo una Camera di Commercio. Molte le fondazioni e le APS, mentre si riduce il numero delle Onlus, migrate con probabilità tra gli enti del Terzo settore e dunque presenti ma con nuova denominazione.

Gli ultimi dati del MiC e dell’Agenzia delle Entrate del giugno 2023 e relativi alla distribuzione del 5xmille dell’anno finanziario 2022 segnalano un totale di 160 realtà, di cui poco più di una cinquantina ammessi “di diritto” (Ministero e i suoi istituti dotati di autonomia speciale). Dovremo attendere i prossimi mesi per un raffronto con l’elenco relativo all’anno finanziario 2023. In ogni caso quello che è già possibile rilevare è che, se nel 2018 gli enti ammessi al 5xmille alla Cultura erano 53 (cui si sono aggiunti i 41 istituti statali) e nel 2021 si è giunti a 85, nell’arco di sei anni gli enti sono triplicati.


Bisogna tuttavia soffermarsi anche sui 47 soggetti esclusi per il 2024, un numero piuttosto elevato al cui interno risaltano diverse ASD - Associazioni sportive dilettantistiche e APS - Associazioni di promozione sociale; se per queste ultime può trattarsi di mancanza di requisiti che in futuro potrebbero essere reperiti, per le ASD l’impressione è più di un tentativo senza conoscenza dell’effettiva funzione di iscrizione a questo elenco, visto che le finalità di interesse sono in linea di massima ascrivibili alle attività motorie e sportive.



Ma dove sono dislocati questi enti ammessi? In quale Regione ne troviamo il maggior numero? 

Ebbene, guida la cordata il Lazio con 25 enti, subito seguita dalla Lombardia con 23 e dal Piemonte con 21; si scende poi rapidamente alle Regioni che hanno tra i 15 e gli 8 enti (Veneto, Toscana, Campania, Emilia-Romagna e Sardegna). Infine, le Regioni che hanno meno di 4 enti iscritti (Sicilia, Marche, Puglia, Friuli - Venezia Giulia, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Umbria e Valle d’Aosta); nessun ente nel Molise.




Tra i 26 nuovi enti del 2024, il Veneto ha ottenuto più ammissioni (7) seguito da Piemonte (6) e Lazio (4).


Che cosa trarre dalla lettura di questi pochi semplici dati?  

Rispetto ai numeri, si evidenzia un popolamento costante e in crescita di questo elenco di beneficiari del 5xmille alla Cultura, mettendo in evidenza che l’informazione di questa opportunità circola maggiormente tra le organizzazioni culturali (e non) rispetto a qualche anno fa. Tuttavia, da quanto si evince soprattutto analizzando gli esclusi, sembra poco chiara alle organizzazioni la finalità legata alla tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, che lega il 5xmille alla Cultura al Codice dei beni culturali più che alle attività ludico-ricreative-culturali. Inoltre, consultando le pagine istituzionali sui siti di molti degli enti ammessi, emerge la scarsa consapevolezza del vantaggio che il 5xmille alla Cultura apporta all’ente e la promozione/comunicazione sul 5xmille non è mai indirizzata alla sottoscrizione di questa voce, continuando a proporre il “Sostegno agli enti del terzo settore…”.

 

Rispetto alla collocazione nel territorio nazionale di queste realtà, emerge poi come il 5xmille alla Cultura non sia toccato da quel generico dislivello tra regioni del Nord e del Sud a vantaggio delle prime, ma la situazione sia piuttosto oscillante. Compare a mio parere il dato interessante della Sardegna con 8 enti, mentre sorprendono un po’ altre Regioni notoriamente performanti sul piano culturale e nell’intercettazione di risorse e finanziamenti. Qui credo sia in futuro necessario un approfondimento trasversale sul contesto socio-culturale, associazionistico e delle politiche culturali regionali e locali, che potrebbero aver influito sulla conoscenza e attuazione di strumenti come questo. Appare infatti improbabile che sul territorio nazionale siano non più di 150 le organizzazioni attive nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e che alcune Regioni abbiano una sola realtà attiva in questo ambito o addirittura nessuna, come nel caso del Molise.

 

Per concludere è utile evidenziare che dal 2016, quando questa misura specifica del 5xmille alla Cultura è stata introdotta, l’elenco permanente costituisce la prima e unica risorsa disponibile per mappare le organizzazioni senza finalità di lucro che si occupino effettivamente di tutela, valorizzazione, promozione del patrimonio culturale e paesaggistico facendole affiorare dalla complessa e articolata macroarea del sostegno agli ETS attraverso la definizione di requisiti specifici e un operato continuativo di almeno cinque anni in questo settore. Sarebbe quindi auspicabile che, al di là degli elenchi annuali, si arrivasse presso il Ministero della Cultura ad avere, al pari del RUNTS, non solo una migliore promozione del 5xmille alla Cultura, ma un vero e proprio registro/database dei soggetti iscritti al riparto per una maggiore trasparenza e chiarezza e una libera consultazione da parte dei cittadini.




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